venerdì 20 dicembre 2013

Riprendiamo da: http://extravesuviana.com/messico-e-nuvole/

Messico e nuvole
di Mariangela Buonaguro
“Messico e Nuvole, la faccia triste dell’America, il vento suona la sua armonica, che voglia di piangere ho.…Chi lo sa come fa quella gente che va fin lá a pronunciare un sì,ma mentre sa che è già provvisorio l’amore che c’è, si, ma forse noqueste son situazioni di contrabbando meglio star qui seduto guardare il cielo davanti a me…

Vito Pallavicini scriveva questa canzone nel 1970, portata  al successo da Enzo Jannaci con il titolo “Messico e Nuvole”.Questa è la storia di tutti quelli che decidono di restare fermi a testa in su a guardare il cielo, probabilmente rasserenati dalle favole che raccontano le nuvole,quelle stesse favole che potrebbero trasformarsi in storie, le loro.  “Messico e Nuvole” è anche la storia di un amore transoceanico, vissuto da un uomo che desiste dal tornare in Messico preferendo restare nella propria realtà, osservando malinconicamente  il proprio cielo pensando e ripensando alla donna tanto amata che vive “la faccia triste dell’America”.Scarsa convinzione, paure, dubbi, gli impediscono  di oltrepassare barriere mentali, logistiche e culturali:amore malinconico, mancanza di coraggio, di spirito di avventura, paura di sradicarsi ma anche una sorta di egoismo e provincialismo, sono  i temi che emergono da questa canzone,valida introduzione alla storia che ho deciso di raccontare.
In quel lontano 1970 mentre Pallavicini scriveva questo testo memorabile, nella nostra provincia vesuviana Salvatore Falco aveva da poco compiuto due anni, ignaro del fatto che in futuro questo “pezzo” gli sarebbe in qualche modo appartenuto:questo bambino sbarcherà  in Messico nel 1996.
“Il viaggiatore” possiede una certezza: è l’Amore, la forza che muove il mondo,  trasformandolo,  contaminandolo e arricchendolo. Lui stesso lo scopre, attraverso le storie che incrociano il suo viaggio, quelle storie che si è  fermato ad ascoltare, quelle che senza un motivo apparente gli sono state raccontate e tutte quelle altre che ha lui stesso origliato durante le lunghe soste nei luoghi di transito.Questa certezza che supera i limiti del protagonista di Messico e Nuvole, ti si rivela quando hai la fortuna di incontrare personaggi coraggiosi, che decidono di oltrepassare le nuvole con l’audace intento di scoprire  cosa si nasconda dietro una confine di acqua condensata.
Salvatore Falco dice di essere un “emigrante per amore”, come del resto tanti italiani che vivono  in Messico. La scelta di trasferirsi stabilmente in Messico è dovuta al progetto di vita condiviso con sua moglie messicana. Una volta approdato nel paese latino, non è stato semplice per lui decidere dove insediarsi. Il Messico offre infinite dimensioni, dall’Atlantico al Pacifico, dalle metropoli alle spiagge incontaminate, dai vulcani ai resti archeologici precolombiani, dalle città coloniali ai grattacieli moderni, dal deserto alle spiagge caraibiche, il tutto attraversando venti climi differenti. La città di  Tlaxcala che in lingua nahuatl  significa “lugar de Mais” è stata scelta “como destino final”,un luogo insolito  fondato  da una tribù Nahua nel  XV secolo.
«Decidere di trasferirmi in Messico, ha messo in moto un lungo processo di ricerca, di cambiamenti interni, una simile scelta costringe chiunque a ristrutturare senza dubbio, la propria identità».
Tlaxcala, è uno di quei posti al mondo in cui sembra che per grazia divina il dono della decorazione sia stato infuso a tutti. I racconti di Salvatore via skype, alcune letture, mi lasciano immaginare strade coloniali, grossi campanili, terrazze protette da alte mura e cascate di buganville, altari barocchi, porte massicce che scoraggiano lo sguardo dei curiosi.  Poltrone e divani dai colori vivaci, soffitti a travi, statue di terracotta,  giardini affascinanti con esuberante vegetazione, pareti decorate  con maschere sorprendenti, fanno da cornice a questo posto magico, mentre sullo sfondo… tavoli enormi ricoperti di fiori, stoffe ed opere d’arte, mante messicane, influenze cristiane, impasti di colori,  volti sorridenti, sapori eclettici, campi di mais, mercati carnevaleschi.
Un italiano all’estero e specialmente in un  territorio Latino Americano ha molti vantaggi. Detesto chi a scatola chiusa, senza aver mai messo piede altrove sia solito “mettere becco” ovunque parlando di rischi, peste gialla, febbre bubbonica e pericolo di morte. Inutile prenderci in giro,inutile nasconderci dietro le nostre paure, per i tempi che viviamo il Messico così  come altre terre, restano solo luoghi di grande opportunità, per i più coraggiosi.
«Il Messico è senza dubbio una delle mete preferite per dare “una svolta alla propria vita” sono moltissimi gli italiani anche napoletani che,a queste latitudini, riescono a crearsi condizioni di vita favorevoli per un “nuovo inizio”. Sarà il clima, la bellezza, la rilassatezza della vita e dei giorni che si srotolano senza stress, ma il Messico sembra davvero offrire un teatro perfetto per lasciarsi alle spalle tutto e intraprendere qualcosa di diverso.»
Certo,il confronto culturale non è mai stata “roba facile”. È come un terreno incontaminato, difficile da esplorare, una dimensione intima in cui non è facile addentrarsi, alla quale a volte non si è realmente predisposti, neppure quando si è convinti di esserlo. Questo confronto culturale inizialmente genera conflitto, produce insicurezza, confusione e non lo avrai superato mangiando fungo di granoturco,uova di formiche al  sapore di caviale né quando avrai cominciato ad ingoiare  foglie di fichi d’india, questo è l’aspetto più semplice e banale.
Il conflitto si risolve e il confronto si realizza quando si è pronti ad accettare, comprendere e scommette sul fatto che esistano logiche di vita diverse dalle proprie. Mille forme di intelligenza, mille forme di sopravvivenza, mille modi di sentirsi madri, padri, mille ragioni per sentirsi fratelli, mille logiche con cui costruire una  famiglia,mille modi di soffrire, di reagire,di dire grazie, mille obiettivi da inseguire, mille ed infinite forme di esistenza. Questa “conoscenza” dovrebbe essere il punto di partenza ma molte volte si rivela obiettivo finale, l’obiettivo del viaggio, la ragione per la quale si è comprato il biglietto.
«Il Messico mi dato la possibità  di realizzarmi come persona e come professionista, ma soprattutto mi ha permesso di rendere concreto  il mio progetto di vita e di mettere a punto tutta la creatività e voglia di fare tipica di noi napoletani.»
Da tredici anni anni a Tlaxcala, è attivo un Comitato della Società Dante Alighieri di cui Salvatore Falco è  Presidente. Nel 1998 per iniziativa della signora Diana Passuello si costituì il primo gruppo di studenti d’italiano.  In seguito, con l’aumento del numero di persone interessate al progetto nacque l’idea di dar vita a una scuola di italiano alla quale seguì concretamente la costituzione di una Associazione no profit.
Il 21 febbraio 2000, alla presenza  dell’ambasciatore d’Italia in Messico,Dr. Bruno Cabras, venne inaugurato a Tlaxcala, il Settimo Comitato della Società Dante Alighieri in Messico. Questa scuola dopo più di tredici riunisce ogni semestre più di 120 studenti dai  5 ai 70 anni, svolge numerose attività culturali  ed  ogni  anno  assegna  borse di studio che permettono agli studenti meritevoli, ma economicamente disagiati,  il  proseguimento dei propri studi.
Gli italiani hanno ancora una fonte di sopravvivenza ma meglio sfatare antiche credenze e vecchie leggende: “Le Americhe non hanno più facce tristi”. Visto il numero degli “esodati” degli ultimi anni per molti italiani, la terra delle opportunità èovunque, ma non in patria. Salvatore Falco ha dichiarato che negli ultimi due anni molte sono le richieste di lavoro che arrivano dall’Italia presso l’Istituto di Tlaxcala.  «Non si tratta più di neolaureati ma di ultra quarantenni, alla ricerca di un futuro. Nella maggior parte dei casi, cercano un contratto di lavoro per ottenere un permesso di soggiorno e approfittare per guardarsi intorno, rendersi conto dello “spazio” disponibile».
Per molti talentuosi avventurieri transoceanici, armati di tablet in offerta,  ipad e cuffie wireless, il continente latino americano è spazio di facile accesso. L’ arma più utile per una vittoria facile è il passaporto europeo una vanescente ma ancora reale  garanzia. Noi dobbiamo essere ben consapevoli delle nostre doti,  non di quelle economiche che risiedono  nei nostri conti in banca ormai al verde, quello che esportiamo è  la nostra capacità di comunicare, la caparbietà e voglia di costruire, il nostro lato creativo e tutto ciò che di “buono” si nasconde dietro saccenza, arroganza ed omniscenza. La voglia di vivere all’italiana emerge da tutto quel rumore che facciamo quando parliamo, dal desiderio di vino, spaghetti al sugo, festa e baldoria, dalla generosità che naturalmente ci contraddistingue, dalle personalità entusiasmante, dall’aria un po’ buffona che ci traveste, dal nostro umorismo scansonato e dalla semplici ma brillanti idee che ancora stupiscono gli altri.
È la caparbietà di Salvatore Falco ad aver reso il Comitato di Tlaxcala un punto di riferimento unico per la divulgazione e il conoscimento della lingua e della cultura italiana sul territorio, inoltre data la posizione strategica dello Stato di Tlaxcala,fondamentale linea commerciale  per la Repubblica Messicana e  le  Americhe, il centro di cultura italiana è diventato nel tempo,un importante ponte tre le imprese italiane e straniere e lo Stato di Tlaxcala.
«Per questa evoluzione dal 2004 è nato L’Istituto di Studi Superiori Dante Alighieri di Tlaxcala che offre un corso di Laurea in Lingue Europee dal 2007 siamo centro certificatore PLIDA e nel 2009 abbiamo aperto la nostra succursale nel vicino Stato di Puebla.»
«La nostra priorità per questo nuovo anno accademico è di allargare la nostra offerta formativa a studenti italiani della lingua spagnola, ma anche a chiunque fosse interessato a partecipare a programmi e attività di scambio intercontinentale oltre che a corsi di lingua spagnola per stranieri.»
Sicuramente è questa una storia di grande successo, perché decidere di raccontarla?
Perché è la storia rassicurante di uno di noi, una pacca sulla spalla, un sguardo oltre le nuvole, un respiro profondo,  una boccata d’ aria, un cucchiaino di nutella, un quadrifoglio raccolto, un sorriso strappato a  tutti quelli  che vivono una brutta giornata o una giornata stressante.  Sicuramente un esodo di massa verso Tlaxcala non è la soluzione giusta, ma Salvatore Falco propone di avviare degli “scambi culturali”. Questa  parola  anche se a volte nasconde significati  evanescenti, se resa concreta  potrebbe avere  significati nuovi, importanti, fondamentali.  Uno scambio culturale è un ponte tra il posto in cui viviamo ed un altro  è un esperienza di vita, un“contatto” per il futuro incerto, un asso nella manica, una possibilità in più è  sicuramente… “uno spazio nuovo”.http://extravesuviana.com/messico-e-nuvole/